Viaggio nel Basso Salento: vacanza fuori dagli schemi

Il Basso Salento presenta peculiarità proprie che lo rendono diverso da qualunque altro contesto e che si distacca persino dalle caratterizzazione della parte alta della provincia di Lecce. case vacanze Torre Pali, b&b a Marina di Salve, hotel a Tricase registrano da anni una crescita sostanziale delle presenze, i turisti hanno compreso le potenzialità di località uniche e meritevoli di essere scoperte in tutto il loro splendore.

Dove l’Adriatico bacia lo Ionio

Santa Maria di Leuca, vertice basso della Puglia: un faro sormonta il tacco del Tacco e fa da baluardo ultimo dell’Occidente, dall’altra parte comincia l’Africa e i Balcani dall’altra parte. Lì, dove l’orizzonte non ha più terre da mostrare, avviene l’incredibile incontro tra le acque del Mare Adriatico e quelle dello Ionio. Le correnti di toccano senza attraversarsi e scolpiscono una trasversale che taglia l’acqua a metà, perdendosi fin dove l’occhio umano è in grado di scrutare.

Dolmen e menhir

Il Salento accoglie un’abbondanza di megaliti, tracce primarie di un passato antichissimo e testimonianza delle prime popolazioni di Messapi che, oltre 30 mila anni fa, crearono piccoli insediamenti lungo il lembo finale della penisola salentina. La città di Giurdignano conta, da sola, una decina di menhir mentre a Martano, cuore della Grecìa Salentina, si eleva uno dei menhir più alti d’Europa, di quasi 5 metri, il menhir di Santu Totaru. Reperti ricchi di significati, molti dei quali presentano una croce incisa sulla pietra a documentare il processo di cristianizzazione che interessò il Salento durante la Controriforma cattolica.

E poi i dolmen e le pajare, costruzioni a secco che caratterizzano le campagne salentine e le accendono del bianco della sua pietra calcarea.

Folclore

Il folclore del Salento è un capitolo sterminato. Nella provincia di Lecce, la tradizione non è solo parte dei costumi e delle abitudini della cittadinanza ma orienta ogni decisione e ogni pensiero. Essere salentini significa sentirsi parte di una dimensione che non è regione, non è stato ma ciò nonostante ha una propria giurisdizione e una propria lingua. Il folclore della pizzica pizzica, canto di dolore e di catarsi contro le frustrazioni della vita di campagna e la povertà; la tradizione del cibo, che riflette un retaggio retrogrado figlio dell’abbandono istituzionale; le consuetudini del dialetto, che resta oggi la prima lingua utilizzata in paese e che è manifesto di appartenenza a una fede. Il folclore del Salento si percepisce nell’aria, è il filo conduttore di un territorio che non può essere spiegato ma solo vissuto.