Pizzica, reggae e commistioni: così la musica salentina esprime l’essenza del luogo che la genera.
Capire l’identità salentina significa, in un certo modo, anche conoscerne il suo patrimonio musicale, che tanto esprime sulla realtà del luogo. Pizzica e balli sfrenati, certo, ma non solo. Se hai prenotato un b&b con piscina in Salento e ti accingi a partire, preparati anche a scoprire le sue sonorità, perché diventeranno la colonna sonora della tua vacanza.
La pizzica
Incarnazione intensa dei costumi salentini è certamente il patrimonio musicale che esso genera. Ovviamente, parlare di musica salentina è parlare di pizzica. Si tratta di un genere che non si lascia comprendere al primo ascolto: sonorità stridenti e sincopate, ritmiche e lenie ripetitive, musiche incalzanti possono persino stressare l’orecchio dello spettatore. Una volta compresa la sua poetica, però, sarà facile lasciarsi trasportare.
Occorre sempre tenere a mente ciò che la pizzica rappresenta per i salentini: figlia di un retaggio fatto di chiusura mentale e deprivazione sensoriale, la pizzica è produzione più sconcertante e violenta di quella poetica del dolore che poneva la donna un gradino al di sotto dell’uomo, come suo avere, al pari di un fazzoletto di terra e dei prodotti che da esso scaturivano. Imbavagliamento delle passioni, mortificazioni del corpo e paura di incorrere nella pubblica disapprovazione erano gli argini di una vita in catene.
La pizzica, sfrenata nelle sue movenze e angosciante nel suono, era atto di liberazione per le donne di campagna che, come racconta il mito, venivano morse dal ragno nelle piantagioni di tabacco, e liberavano la propria istintualità in un atto coreutico di armonizzazione con l’insetto e con tutto ciò che esso rappresenta.
Il reggae
Il Salento è definito “la Giamaica d’Italia”. E di certo, la denominazione non è casuale. Il sodalizio fra il Salento e il genere che fu di Bob Marley ha radici che si annodano nei primissimi anni ‘90, in coda alle sperimentazioni che il collettivo bolognese dell’Isola Posse aveva promosso ed elaborato in quegli anni. Membri di quel collettivo erano anche Treble e Don Rico, membri che costituirono il gruppo salentino dei Sud Sound System. Da lì sono nati negli anni gruppi e artisti cresciuti a pane e roots, che hanno dato seguito e consolidato il binomio Salento-Giamaica.
Le commistioni di sonorità e linguaggi
Dal legame stretto tra le due anime musicali, reggae e pizzica, è nato un genere che è riconducibile esclusivamente all’identità salentina: il tarantamuffin. Temi e testi della tradizione popolare sii mescolano alle andature giamaicane, il dialetto si armonizza con i violini e le ritmiche caraibiche alle fisarmoniche. Un genere limitato, ma apprezzato e sviluppatosi in infiniti filoni, dalla tecnopizzica alla pizzica in dub, il tutto con ‘Beddha Carusa’, pezzo dei Sud Sound System e dei Mascaramirì, a fare da manifesto costitutivo.